Monografia a stampa
ungaretti, giuseppe
Poesie L'Allegria, Sentimento del Tempo, Il Dolore
Milano : Corriere della Sera, c2004
Abstract/Sommario:
Quando il giovane commissario Ettore Serra, nel 1916 a Udine, si diede da fare per pubblicare le poesie che un soldato semplice, stanziato al fronte, gli aveva consegnato (fogli di fortuna, sporchi del fango della trincea), non sapeva probabilmente di avere tra le mai una tra le opere poetiche più esplosive di tutto il XX secolo. Quelle poesie, Il Porto Sepolto, che diverranno poi il cuore dell'"Allegria", cadono come un fulmine nel confuso panorama avanguardistico italiano, e da subit ...; [leggi tutto]
Quando il giovane commissario Ettore Serra, nel 1916 a Udine, si diede da fare per pubblicare le poesie che un soldato semplice, stanziato al fronte, gli aveva consegnato (fogli di fortuna, sporchi del fango della trincea), non sapeva probabilmente di avere tra le mai una tra le opere poetiche più esplosive di tutto il XX secolo. Quelle poesie, Il Porto Sepolto, che diverranno poi il cuore dell'"Allegria", cadono come un fulmine nel confuso panorama avanguardistico italiano, e da subito costituiscono un esempio, un monumento a cui riferirsi. Con "Sentimento del Tempo", la seconda raccolta uscita nel 1933, Ungaretti prosegue un percorso poetico alla riscoperta della tradizione, del canto di Petrarca e Leopardi, in una stagione di classicismo che, dopo gli anni Venti, caratterizza il mondo artistico europeo. L'ispirazione assoluta si riscopre sorella di altre voci in un progetto poetico complessivo, che l'autore chiamerà "Vita d' un uomo" e che prevedeva, come terzo libro, "La terra promessa". Nasce invece prima "Il Dolore" (1947), per l'urgenza di una materia emotiva traboccante, per la sofferenza del poeta colpito negli affetti più cari che si confonde con quella della colletività appena uscita dalla guerra:<<è il libro che più amo, il libro che ho scritto negli anni orribili, stretto alla gola>>. <> Testimone acuto dell'ultimo secolo, Giuseppe Ungaretti (1888-1970) è riuscito a essere tanto personaggio scomodo, atipico, al centro di accesi dibattiti (simbolico il suo duello alla spada con Bontempelli nel giardino della casa romana di pirandello), quanto poi alto custode, grazie al magistero letterario e alla sapienza che la sua poesia acquista, della tradizione poetica italiana. Un poeta raffinatissimo che ha fatto rivivere il verso italiano trascorrendo da immagini di assoluta modernità alla soavità dell'endecasillabo tradizionale, e che ha sempre accompagnato alla fase creativa quella di revisione e di sistemazione della propria opera, mosso da un'urgenza comunicativa che è stata prima di tutta partecipazione al dramma collettivo e al dolore degli uomini. Un poeta che ha sempre creduto nel valore del proprio lavoro, della propria missione, della propria testimonianza:<>.
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